Descrizione
In questo libro il viaggio è solo un pretesto per raccontare il rapimento che la natura riesce ancora a esercitare sul nostro spirito. La natura “non bussa, lei entra sicura”, come la primavera di De André: si impone al viaggiatore e si fa osservare. È capace di ferire e insieme di compiacere i nostri cinque sensi e di sorprendere il sesto, quello estetico. L’attrazione per la natura ha qualcosa di narcisistico: in lei, che sia meravigliosa od orrorifica, ci specchiamo e ci riconosciamo, semplicemente perché ne facciamo parte. Stupisce, nel viaggio, che spesso il nostro altrove sia il quotidiano di chi ci vive e non lo osserva più, o non l’ha mai osservato. Quindi è solo la novità che ci colpisce? No, forse ci si abitua alla bellezza, ma quando manca la si riconosce subito, per contrasto. La bellezza educa, non si trasmette direttamente attraverso il DNA, ma si tramanda condividendone l’esperienza.
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